Serve un ponte tra Gutenberg e l’IA
L’articolo descrive la necessità di un cambio di paradigma nel modo di insegnare, basato sul riconoscimento delle modalità cognitive dei giovani e sull’adozione di pratiche inclusive e dinamiche.
Il docente non è più l’unica fonte del sapere, ma guida e facilitatore.
L’articolo analizza il valore degli strumenti digitali e dell’intelligenza artificiale come supporti educativi, non sostituti, evidenziando l’importanza di un’educazione al pensiero critico per una cittadinanza consapevole.
Viene presentata anche l’esperienza concreta del “debate” come strategia per stimolare il dialogo, l’argomentazione e la partecipazione attiva degli studenti.
L’articolo propone una riflessione sulla necessità urgente di trasformare la scuola per renderla più inclusiva e aderente alle modalità cognitive delle nuove generazioni, cresciute in ambienti digitali. Il contrasto tra i cosiddetti “nativi gutemberghiani” e gli attuali studenti e studentesse evidenzia una distanza da colmare, non con la nostalgia del passato ma attraverso una didattica integrata che valorizzi anche strumenti digitali e interattivi.
Il digitale non è un nemico, ma un’opportunità: la chiave è nell’uso critico e consapevole. L’intelligenza artificiale, ad esempio, può potenziare l’apprendimento, in particolare per studenti e studentesse con bisogni educativi speciali o profili neurodivergenti. L’articolo propone pratiche didattiche come il “debate” per stimolare il pensiero critico e collaborativo, superando il tradizionale modello trasmissivo.
